In breve
Approfondiamo
Diciamolo chiaramente: la PlayStation Portal, al lancio, mi aveva lasciato un po’... meh. Sembrava più un capriccio di lusso per chi non sa cosa fare dei soldi che un dispositivo davvero utile.
Un DualSense con uno schermo nel mezzo e troppe limitazioni, tanto da farmi chiedere: "Ma chi la compra sta roba?".
E invece... sorpresa.
A due anni dal lancio, con le nuove funzionalità di Cloud Gaming, la Portal ha finalmente trovato il suo posto nel mercato.
Sony ha fatto il miracolo: ora questo dispositivo non solo è utile, ma può persino essere considerato un game changer per alcuni tipi di giocatori.
Vediamo come e perché.
Design: brut(t)alista, ma funzionale
Partiamo dal design, che già al lancio aveva fatto discutere. È sempre lui, quel DualSense diviso in due con uno schermo in mezzo.
Non si può dire che sia un capolavoro estetico, ma alla fine il look passa in secondo piano.
Dove la PlayStation Portal brilla davvero è nella qualità costruttiva: il grip, anche se più grande e pesante del controller originale, si adatta bene alle sessioni di gaming in mobilità.
Certo, i pollici ogni tanto finiscono per coprire parte dello schermo, ma è un compromesso accettabile considerando le sue dimensioni contenute e la portabilità.
Peso? Ancora sopra la media, ma se hai una fibra decente e ti piazzi comodo sul divano o a letto, ti dimentichi presto di questo "problemuccio".
Il vero cambiamento: il Cloud Gaming
E qui arriva il bello. Con l’aggiornamento firmware 4.0 e l’introduzione del Cloud Gaming (Beta), la PlayStation Portal si trasforma.
Non hai più bisogno della tua PS5 per giocare: basta un abbonamento PlayStation Plus Premium e una connessione decente, e ti si apre un mondo di oltre 120 giochi PS5 direttamente dal cloud.
I test parlano chiaro: se hai almeno 13 Mbps di connessione (meglio se FTTH), giochi in 1080p a 60 fps senza intoppi.
Titoli come Spider-Man: Miles Morales e Control scorrono fluidi come l’olio, anche usando un hotspot LTE.
Certo, il catalogo cloud è ancora limitato rispetto alla libreria completa di PS Plus Premium, ma parliamo comunque di una selezione solida che copre molti gusti.
E per chi si lamenta dei compromessi del Cloud Gaming (tipo la latenza o la mancanza di funzioni come la chat vocale nei party): sì, ci sono, ma nel complesso l’esperienza è sorprendentemente stabile.
Se pensiamo che due anni fa questo dispositivo era solo un "remote player" per la PS5, il passo avanti è enorme.
Esperienza d’uso: finalmente comoda e pratica
Configurare il Cloud Gaming è una passeggiata
Vai nel menu, attivi l’opzione dal pannello delle impostazioni, e voilà, sei pronto a giocare.
La nuova schermata principale rende tutto più intuitivo, con accesso rapido ai giochi cloud e a quelli che hai giocato di recente.
L’ergonomia della PlayStation Portal, già buona al lancio, si conferma solida.
I grilletti adattivi e il feedback aptico sono "quasi" 1:1 con il DualSense, dando una sensazione familiare durante le sessioni di gaming.
Però c’è sempre quel "quasi": gli analogici restano un po’ troppo piccoli e alti rispetto al DualSense originale, e ci vuole un po’ per riabituarsi.
Limiti e compromessi (perché sì, ci sono ancora)
Ovviamente, non è tutto rose e fiori.
La Portal non supporta l’intero catalogo PS Plus Premium, e giochi acquistati singolarmente dallo store sono off-limits per il cloud. Inoltre, non è possibile mettere in pausa una sessione e riprenderla più tardi come si fa con la PS5: una volta chiuso un gioco, devi ricominciare dal salvataggio.
Altro problema? La mancanza di una funzione di ricerca nel catalogo cloud, che rende il tutto un po’ macchinoso se vuoi trovare qualcosa di specifico.
Sony, su questo potevate impegnarvi di più.
E poi c’è sempre il prezzo. Anche se ora è più giustificato, spendere più di 200 euro per un dispositivo che, al netto delle nuove funzioni, resta comunque limitato, potrebbe scoraggiare molti potenziali acquirenti.
Accessori consigliati per la PlayStation Portal
Per sfruttare al meglio la PlayStation Portal, ci sono alcuni accessori che potrebbero fare la differenza:
- Sony Pulse Explore: auricolari wireless "Airpods like" compatibili grazie alla tecnologia proprietaria PlayStation Link.
- Sony Pulse Elite: cuffie over-ear, anch'esse basate su PlayStation Link, pensate per un audio di qualità superiore.
- Pellicola protettiva per lo schermo: indispensabile per evitare graffi e mantenere il display impeccabile, questa del link è anche opaca per evitare riflessi
- Borsa da trasporto: perfetta per proteggere la Portal durante i viaggi.
Purtroppo, per ora le Pulse Explore e Elite sono le uniche opzioni wireless compatibili, visto che Sony ha introdotto il PlayStation Link al posto del classico Bluetooth. Una scelta che fa storcere il naso (NEL 2024 E' AL LIMITE DELLA DECENZA), ma che garantisce una connessione stabile e senza lag... a detta loro.
Per chi è fatta la Portal, oggi?
La domanda fondamentale è questa: ha senso comprarla? La risposta è... dipende.
Se sei un giocatore che viaggia spesso o che non ha una PS5, la Portal con il Cloud Gaming è una soluzione fantastica per accedere ai giochi PS5 senza sbattimenti. Se vivi in una casa dove la TV è sempre occupata da familiari che guardano Amici o qualche filmazzo, allora sì, questa è la tua salvezza.
Ma se cerchi una console portatile vera e propria, meglio guardare altrove.
La PlayStation Portal non è una Steam Deck né una ROG Ally. È un dispositivo di nicchia che ora, con il Cloud Gaming, ha finalmente senso, ma non è certo per tutti.
Conclusione: redemption arc completo?
La PlayStation Portal ha fatto un viaggio interessante.
Da accessorio snobbato e criticato, è diventata un dispositivo che ha trovato il suo scopo grazie al Cloud Gaming.
Non è perfetta, ma ora almeno è utile e ha un valore reale per un certo tipo di giocatori.
Se Sony continua a investire nel cloud e ad ampliare il catalogo, la Portal potrebbe avere un futuro ancora più luminoso.
Nel frattempo, possiamo dire che sì, ora ha senso.
E questo, per un dispositivo che sembrava già morto al lancio, è un miracolo.